A scuola di ordinario buon senso
A scuola di ordinario buon senso.
Come ogni anno i primi giorni di scuola sono contrassegnati da una certa frenesia. Non è semplice districarsi tra liste di materiale che non tralasciano minimamente i dettagli, i corsi extrascolastici da scegliere e la pianificazione del plaining settimanale dove tutto deve essere scientificamente sistemato per utilizzare al meglio la giornata. Senza dimenticare sempre più spesso i corsi di potenziamento di lingua straniera. Così tutto finisce con l'essere gestito secondo una logica produttiva molto simile a quella che regola la vita degli adulti. Ecco perché diventa assolutamente necessario riscoprire un rapporto più disteso con il tempo, o meglio la capacità di " soffermarsi " nel tempo, per compiere i gesti di ogni giorno con più calma, assaporando la gioia delle piccole grandi conquiste quotidiane. Bisogna imparare a provare la stessa soddisfazione del bambino che riesce a scrivere le prime parole, non tanto per la perfezione del tratto, quanto per la scoperta che un segno può "abitare" le idee, trovare posto nella fantasia o dare vita ai sogni sulla carta. Perché i bambini quando non sono costretti a seguire ritmi serrati e grazie al vissuto di tempi più naturali riescono a fare grandi conquiste. Del resto la calma e il sano lusso di "perdere tempo " non impediscono di imparare in modo autentico perché si scopre il valore delle situazioni che fanno stare bene. Non deve esserci contrasto tra il tempo trascorso a scuola e quello in cui si ha l'occasione di stare bene con sè stessi e con gli altri, perciò si devono riequilibrare tutte le esperienze sia dentro che fuori dalla scuola. I ragazzi devono essere lasciati liberi di esercitare la propria curiosità per diventare intraprendenti in modo del tutto naturale. Si tratta dunque di privilegiare il fare bene e con calma, sostando tra un risultato e l'altro per apprezzare le proprie conquiste ed imparare così ad ascoltare e ad ascoltarsi. Dice bene il poeta egiziano Costantino Kavafis che lo scopo del viaggio di Ulisse ad Itaca non è tanto la meta in sé quanto il viaggio stesso: " Itaca ti ha dato il bel viaggio, senza di lei ti saresti messo sulla strada e cos'altro ti aspetti?” Dunque l'augurio per quest'anno non può essere che "festina lente" ovvero " procedi lentamente" per usare le parole del grande Cesare Ottaviano Augusto. Questa è sicuramente la scuola che vorremmo ovvero più a misura di bambino e anche di genitori, una scuola che allarga gli orizzonti con esperienze sempre nuove. Dunque più concentrata sul piacere della scoperta di soluzioni sempre nuove piuttosto che sulla ripetizione, al di là di schemi esageratamente rigidi che vorrebbero poter pianificare fin dal primo giorno le attività dell'ultimo. Occorre accantonare velocità e quantità. Un percorso questo attento alla persona a 360 gradi perché fondato sullo sviluppo cognitivo senza dimenticare quello emotivo e la creatività che ci rende persone assolutamente uniche. Nessun piano di lavoro scolastico, nessun progetto dei genitori potrà mai limitare ciò che si potrà incontrare giorno dopo giorno. Resta così la freschezza della sorpresa. Del resto “ l'insegnamento tende al programma, mentre la vita ci chiede strategie” ci insegna il filosofo Edgar Morin ed è proprio attraverso una pratica di “ ecologia dell'azione” che si impara a vivere in modo essenziale e autentico.
Come ogni anno i primi giorni di scuola sono contrassegnati da una certa frenesia. Non è semplice districarsi tra liste di materiale che non tralasciano minimamente i dettagli, i corsi extrascolastici da scegliere e la pianificazione del plaining settimanale dove tutto deve essere scientificamente sistemato per utilizzare al meglio la giornata. Senza dimenticare sempre più spesso i corsi di potenziamento di lingua straniera. Così tutto finisce con l'essere gestito secondo una logica produttiva molto simile a quella che regola la vita degli adulti. Ecco perché diventa assolutamente necessario riscoprire un rapporto più disteso con il tempo, o meglio la capacità di " soffermarsi " nel tempo, per compiere i gesti di ogni giorno con più calma, assaporando la gioia delle piccole grandi conquiste quotidiane. Bisogna imparare a provare la stessa soddisfazione del bambino che riesce a scrivere le prime parole, non tanto per la perfezione del tratto, quanto per la scoperta che un segno può "abitare" le idee, trovare posto nella fantasia o dare vita ai sogni sulla carta. Perché i bambini quando non sono costretti a seguire ritmi serrati e grazie al vissuto di tempi più naturali riescono a fare grandi conquiste. Del resto la calma e il sano lusso di "perdere tempo " non impediscono di imparare in modo autentico perché si scopre il valore delle situazioni che fanno stare bene. Non deve esserci contrasto tra il tempo trascorso a scuola e quello in cui si ha l'occasione di stare bene con sè stessi e con gli altri, perciò si devono riequilibrare tutte le esperienze sia dentro che fuori dalla scuola. I ragazzi devono essere lasciati liberi di esercitare la propria curiosità per diventare intraprendenti in modo del tutto naturale. Si tratta dunque di privilegiare il fare bene e con calma, sostando tra un risultato e l'altro per apprezzare le proprie conquiste ed imparare così ad ascoltare e ad ascoltarsi. Dice bene il poeta egiziano Costantino Kavafis che lo scopo del viaggio di Ulisse ad Itaca non è tanto la meta in sé quanto il viaggio stesso: " Itaca ti ha dato il bel viaggio, senza di lei ti saresti messo sulla strada e cos'altro ti aspetti?” Dunque l'augurio per quest'anno non può essere che "festina lente" ovvero " procedi lentamente" per usare le parole del grande Cesare Ottaviano Augusto. Questa è sicuramente la scuola che vorremmo ovvero più a misura di bambino e anche di genitori, una scuola che allarga gli orizzonti con esperienze sempre nuove. Dunque più concentrata sul piacere della scoperta di soluzioni sempre nuove piuttosto che sulla ripetizione, al di là di schemi esageratamente rigidi che vorrebbero poter pianificare fin dal primo giorno le attività dell'ultimo. Occorre accantonare velocità e quantità. Un percorso questo attento alla persona a 360 gradi perché fondato sullo sviluppo cognitivo senza dimenticare quello emotivo e la creatività che ci rende persone assolutamente uniche. Nessun piano di lavoro scolastico, nessun progetto dei genitori potrà mai limitare ciò che si potrà incontrare giorno dopo giorno. Resta così la freschezza della sorpresa. Del resto “ l'insegnamento tende al programma, mentre la vita ci chiede strategie” ci insegna il filosofo Edgar Morin ed è proprio attraverso una pratica di “ ecologia dell'azione” che si impara a vivere in modo essenziale e autentico.
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