Il valore della comunicazione negli spazi immersivi digitali
Nelle relazioni a scuola come a casa o negli ambienti di lavoro l’esperienza maturata durante il covid dell’uso massiccio delle nuove modalità di comunicazione ricorre ancora molto spesso. La pandemia all’improvviso ci ha socialmente isolato e allo stesso tempo ha evidenziato i limiti di una comunicazione chiusa interamente in un mondo virtuale e senza vere interazioni tra persone. Da qui nasce la necessità di vivere una realtà più coerente ed integrata a livello sociale perché “Il fallimento di una relazione è quasi sempre un fallimento di comunicazione” come ci ha insegnato il padre della società liquida Bauman. Gli scenari che si aprono devono mettere tutti quanti nelle condizioni di saper comunicare in modo efficace ma soprattutto di avere strumenti e capacità personali per gestire le informazioni che circolano in ambienti eterogenei o per usare una parola tanto ricorrente immersivi. Comunicare però non vuol dire solo esporre ad altri le proprie idee al fine di scambiarsi semplici informazioni, ma significa saper agire in modo efficace tutte le volte che dobbiamo prendere delle decisioni. Per fare questo bisogna chiamare a raccolta tutte le risorse personali avendo ben chiaro quali siano i progetti concreti da realizzare senza aver paura di farsi aiutare dagli altri. Inoltre è determinante anche riscoprire il piacere di cooperare in modo da sentirsi realizzati muovendo i primi passi in famiglia per poi allargare i propri orizzonti a scuola e nell’ambiente di vita nel quale ci si trova inseriti. Proviamo ad immaginare il profondo benessere che si prova in famiglia e nella cerchia dei propri amici quando ci si sente accolti e capiti tanto da sentire il bisogno di raccontare le proprie esperienze con il semplice scopo di condividere per provare benessere. Cosi intesa la comunicazione assume i tratti di un processo dinamico nel quale occorre impiegare tutta la propria buona volontà per costruire relazioni significative. Infatti solo attraverso l’impiego di stili di vita inclusivi si può superare l’uso autoreferenziale e inerte del digitale. Per fare ciò però occorre riconoscere che le relazioni sono un evento che si costruisce con l’impiego graduale di contenuti che prendono forma man mano che si vivono in modo attivo, soprattutto attraverso la disponibilità a mettersi in gioco per cercare lo scambio tra bambini, adulti, amici, colleghi, figli e nipoti. Sentirsi parte di una famiglia e di un gruppo è il modo migliore per vivere concretamente la realtà e per sentirsi inclusi. Cercare occasioni dove ci siano spazi per sentirsi coinvolti ognuno per ciò che sa fare o si sente di fare implica la possibilità di sperimentare una varietà di situazioni che fanno uscire dall’isolamento digitale quando si spinge oltre i confini naturali del buon senso. Quest’ultimo elemento è fondamentale se si vuole combattere il rischio di cercare a tutti i costi l’attenzione fine a se stessa di cui purtroppo soffrono gli adolescenti e i preadolescenti che spesso finiscono con l’autoescludersi dalla realtà. La comunicazione deve essere intesa ad ampio raggio perché fatta di parole, di emozioni, di occasioni ovvero di tutto quanto viene detto e non detto. Condividere, incontrarsi, misurarsi devono diventare azioni determinanti per combattere la solitudine che una comunicazione fuori dal concreto e dalla realtà rischia di proporre come unico modello senza alternative. Una vera comunicazione offre occasioni per permettere ad ognuno di partecipare liberamente senza pressioni da parte di chi appartiene al suo ambiente e per questo deve essere flessibile, organizzata e particolarmente attenta alle emozioni che suscita. Un luogo quindi di sviluppo culturale, personale ed emotivo ovvero uno spazio emotivo immersivo radicato saldamente nella realtà e proprio per questo sicuro ed accogliente perché a misura d’uomo. La comunicazione inclusiva deve sostenere la nuova sfida: “sostare” nel dialogo per apprezzare piccole e grandi conquiste che aiutano a conoscersi meglio.
Francesca Bonetti Docente di scuola primaria, pedagogista, esperta in bisogni educativi speciali, tutor Bes e DSA bibliotecagenitori.blogspot.it @bibliotecagenitori #bibliotecagenitori.
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