Riflessioni per un anno di scuola primaria che volge al termine

Al tocco dell’ultima campanella dell’anno scolastico.
Alla scuola primaria di Besate dove insegno da anni abbiamo una tradizione alla quale i bambini sono molto affezionati. I ragazzi più grandi che hanno ormai concluso il loro percorso di studi vengono salutati dai compagni delle altre classi con la consegna  dei diplomi dei laureati. Un rito di passaggio che idealmente unisce i piccoli ai grandi con il quale ufficialmente si conclude l’anno scolastico. Da quel momento bambini e ragazzi si trovano a vivere lo spazio oltre la routine che li ha accompagnati per tanti mesi alla ricerca di nuove occasioni d’incontro. Eppure anno dopo anno emerge la difficoltà di oltrepassare il cancello  l’ultimo giorno di scuola perché  non è così scontato vivere in serenità il tempo delle vacanze estive. Del resto con i suoi riti e la scansione sistematica del tempo la scuola crea un modo rassicurante di vivere la settimana sia per i genitori che per i  figli specie dopo l’emergenza della pandemia. Così anche in estate le famiglie cercano di rimettere in campo una nuova pianificazione del tempo, altrettanto sistematica come quella scolastica, sia che si tratti di attività in città che nei luoghi di vacanza. Perché quando tutto è sotto controllo diventa più facile da gestire. Eppure quando le giornate sono più lunghe, il tempo lo permette ed anche gli impegni lavorativi lo consentono è giusto rallentare per  vivere fino in fondo le  esperienze più significative. Ma quali difficoltà può incontrare una scelta di questo tipo tanto  semplice quanto di buon senso? Sicuramente la necessità di compiere delle scelte e di soffermarsi su tutte le piccole esperienze che il tempo più disteso dell’estate ci dovrebbe permettere di assaporare. Se si riescono ad intendere le vacanze come un momento di condivisione di occasioni “immersive”, per usare un termine tanto caro alle progettazioni scolastiche, fatte di: sapori, paesaggi, culture, volti, racconti ascoltati e riascoltati, di giochi ed anche di libri scelti liberamente allora il risultato è garantito.
Quando viene lasciato spazio ad esperienze concrete e condivise in famiglia, quando si trova il tempo ma soprattutto la voglia di  mettersi in gioco allora si impara a condividere un nuovo modo di stare insieme. Per intraprendere il viaggio delle vacanze bisogna imparare ad accogliere le nuove occasioni con uno spirito avventuroso ma anche carico di stupore. Ogni nuova scoperta ci arricchisce dentro perché alimenta e sostiene non solo la curiosità ma soprattutto il coraggio di lasciarsi andare oltre la rigidità del tempo sempre sotto controllo. Quindi le  vacanze devono essere intese come occasione di libertà come nella notte delle stelle con gli occhi puntati al cielo e tanta pazienza per avvistare proprio quella cadente che può regalarci il sogno che magari rincorriamo da tanto tempo. Ma torniamo a quei ragazzi di quinta che stanno per varcare il cancello della scuola primaria emozionati sotto lo sguardo dei più piccoli. Ognuno di loro ha il diritto di vivere la  curiosità in un tempo più libero, ma per fare tutto questo  devono trovare il passo giusto per procedere in modo intelligente. Ovvero trovare il coraggio  di cercare ciò che sembra diverso, sorprendente e per questo bello. Lasciati alle spalle i ritmi frenetici e accelerati tipici del periodo scolastico occorre concedersi il lusso di “rallentare”dedicare tempo per parlare e condividere, per apprezzare le piccole cose per trovare il tempo di giocare, camminare, conoscere ed andare alla scoperta di nuovi ambienti. Tutto questo trova un valido riferimento nel “Manifesto dei diritti naturali dei bambini” , 1994, del maestro e Dirigente scolastico Gianfranco Zavalloni quando afferma l’importanza del- diritto all’ozio, - diritto a sporcarsi - diritto agli odori - diritto al dialogo - diritto all’uso delle mani - diritto ad un buon inizio - diritto alla strada per giocare liberi in piazza- diritto al selvaggio - diritto al silenzio per ascoltare la natura - diritto alle sfumature per ammirare le bellezze della natura. A tutto ciò si potrebbe aggiungere il diritto a sognare.


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