L'esperienza della crescita alla ricerca dell'equilibrio di sè


La famiglia costituisce il primo nucleo nel quale si impara a misurarsi con sè stessi e con gli altri con un obiettivo semplice quanto essenziale: la ricerca del proprio posto nella vita. Prima la presenza dei genitori deve essere più incisiva, specie nelle fasi cruciali delle scelte più impegnative. Poi quando i figli conquistano la maturità deve  diventare  sempre più discreta senza dimenticare che l’affetto e la disponibilità restano un bene estremamente prezioso per tutta la vita. Infatti la famiglia si contraddistingue proprio per l’accoglienza perché è rassicurante per un figlio poter mostrare le proprie qualità positive  e constatare quanta sicurezza se ne può trarre da questo atteggiamento d’amore. Al giorno d’oggi  la vita dei ragazzi  può manifestare più zone d’ombra che in passato per via dei troppi stimoli che offre,  accompagnati anche da incertezze e vuoti da colmare.  Spesso anche i genitori si trovano in difficoltà di fronte alla scarsità di tempo, alle pressioni del lavoro e al senso di solitudine che nascono dalla paura di non essere all'altezza delle aspettative che impone un ruolo così delicato. Manca in definitiva il piacere di godere in silenzio e nel proprio piccolo di tutto quanto si possiede, perché presi dalla fretta di consumarlo per cercare altro. Per questo  è necessario  che insieme  si possano  trovare nuovi equilibri puntando proprio sul linguaggio intimo ed unico che contraddistingue ogni famiglia. Gli adulti non devono aver paura di mettersi in discussione  perché nella relazione con i propri figli si cresce e si matura insieme. Il rapporto non si deve evolvere  solo in una direzione, ma occorre rispettarsi e crescere comprendendo i bisogni e i ritmi gli uni  degli altri. Riscoprire il calore dello stare in famiglia è un bene prezioso per costruire un clima sereno. Per questo è giusto insegnare ai ragazzi  a perdere un po’ di tempo e a riscoprire il lusso di  poter vivere la propria giornata senza avere la necessità di correre. Quando quei momenti daranno loro gioia e serenità sapranno affrontare meglio le ansie quotidiane. Da piccoli è scoprire il lusso di poter giocare in totale libertà mentre da grandi il “perdere tempo” può essere un riposo salutare che è diseducativo solo se diventa un’abitudine troppo distaccata e lontana dai doveri quotidiani. In  questo modo tutto riacquista la giusta misura tanto che anche le debolezze possono diventare un’ occasione per crescere insieme. Se la famiglia impara ad educare senza schiacciare la personalità dei propri figli e quindi rispettando al massimo la loro credibilità allora può essere il primo esempio concreto di relazione amorevole. Per raggiungere la meta della maturità i figli hanno bisogno di avere accanto a sé adulti disponibili al dialogo per trovare delle risposte coerenti  ai problemi quotidiani. Questa esigenza trova una risposta efficace proprio  nella vita vissuta di tutti i giorni quando prevalgono la fiducia e il desiderio di condividere le responsabilità attraverso il valore di ogni piccolo gesto. I genitori possono aiutare i propri figli a scoprire l’importanza dei legami che si intrecciano giorno dopo giorno e per questo nuova dignità deve essere riconosciuta ad alcuni atteggiamenti educativi  da considerarsi  naturali punti di partenza quali: la disponibilità, il contenimento, la gratuità degli affetti, la coerenza, la flessibilità, il tempo disteso, l’ascolto e non ultimo il rispetto. I figli dipendono dai genitori proprio come un frutto, suggerisce lo psicoterapeuta Sergio Astori dell’Università Cattolica di Milano, cioè qualcosa che pende da un ramo familiare ed è chiamato a diventare seme per un’altra pianta. Essendo frutti destinati a cadere hanno bisogno sia di rami vigorosi e fieri che sappiano proteggerli finché non sono pronti al volo, sia di rami generosi e disciplinati che diano frutti necessari alla crescita senza allungare ombre su altri rami.


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